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Il Palais Royal, ex residenza di Richelieu donata ai Re di Francia, era una sorta di lussuoso Club del piacere. Il gioco si aggiunge ad una organizzazione paradisiaca già impostata sul bere, sul mangiare, sui bagni, sulle saune, sui massaggi e naturalmente sull'amore.
Il Casinò Palais Royal era ubicato in uno dei quartieri più vecchi di Parigi (I arrondissement). Costruito nei primi del Seicento per ordine del Cardinale Richelieu. Per molti decenni fu la dimora dei Reali francesi. Dopo la morte di Luigi XIII ospitò la la regina Anna d’Austria, per pochi anni Luigi XIV, poi venne assegnato ai Duchi di Orleans.
Fu proprio Luigi Filippo d’Orleans, a causa dei debiti, a cambiare aspetto alla reale dimora trasformandola in quello che potremmo volgarmente definire un grande centro commerciale dell’epoca.
Il nobile, coadiuvato dall’architetto Victor Luis, fece costruire dei colonnati per ospitare botteghe, taverne e all'interno del palazzo fu inserito anche il Casinò. Un grande centro che diventò nel giro di pochi anni il fulcro della vita sociale parigina.
Il gioco d'azzardo fu rispettato perfino durante il periodo del terrore, nonostante l'ostilità di Robespierre, e sotto Napoleone, che aveva continuo bisogno, per le sue guerre, di risorse finanziarie.
I nemici di Napoleone, quando batterono l'eroe corso nel 1815 ed entrarono a Parigi, persero alla roulette del Palais Royal ingenti somme. Per esempio, dei testi dell'epoca dicono che il generale Blucher lasciò al Palais Royal la bellezza di un milione e mezzo di franchi.
Fu solo nel 1838 che Luigi Filippo, tornata al potere la Casa d'Orleans, chiuse tutti i casinò francesi Palais Royale incluso. Le cronache del tempo raccontano che il 31 dicembre 1837, l'ultimo giorno consentito per il gioco d'azzardo prima della chiusura, vi fu un tale assalto di folla alle sale dei casinò da rendersi necessario l'intervento della polizia.
Oggi il Palais Royal ospita il Consiglio di Stato ed il Consiglio costituzionale francese, oltre ad una sala della Comédie Française chiamata Salle Richelieu.